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Gli ultimi giorni

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GLI ANTEFATTI
L’arrivo di Gesù a Gerusalemme coincide con la celebrazione della Pasqua Ebraica, il grande evento di liberazione della schiavitù. L’impresa è facilitata dall’aiuto di Giuda, uno del gruppo dei discepoli, che riesce a fa catturare Gesù in un podere chiamato “Getsemani”, luogo isolato dove si era ritirato a pregare dopo aver celebrato la cena pasquale con i suoi discepoli. La scena dell’arresto è drammatica. Dopo l’arresto di Gesù è subito condotto davanti al sommo sacerdote e sottoposto a un primo processo: era un giovedì sera.

LA PASQUA
DI LIBERAZIONE
L’esperienza di liberazione dalla schiavitù egiziana costituisce il nucleo fondamentale della celebrazione della Pasqua ebraica. Il termine ebraico Pesaci, cioè pasqua, proviene dal verbo pasach e vorrebbe dire “zoppicare” o “ saltare” quindi “ passare oltre”.

LA DATA
DELLA PASQUA
La Pasqua è la più antica e solenne festa del Cristianesimo. Essa viene celebrata in primavera; significa ancora “ passaggio”, ma dalla morte alla vita. Nell’ Asia Minore si celebrava il giorno della morte di Gesù: il 14 del mese di Nisan, in qualunque giorno della settimana esso capitasse.

IL PROCESSO GIUDAICO
Il processo giudaico si svolgeva davanti al Sinedrio, cioè il supremo ordine giudiziario, la massima corte per questo profane e religiose, composto da 71 membri. Vi facevano parte i capi dei sacerdoti, gli anziani, rappresentanti delle famiglie laiche più influenti, gli Scribi, ossia i giuristi al gruppo dei Farisei. Il processo, secondo le usanze giudaiche del tempo, si apriva con la presentazione delle accuse da parte dei testimoni. Se le testimonianze erano discordi, era impossibile pronunciare una sentenza.

L’INTERROGATORIO
Non essendo stata raggiunta una testimonianza concorde, risulta indispensabile procedere a un interrogatorio dell’accusato. L’iniziativa è presa da Sommo sacerdote Caifa. Sulle prime Gesù tace.

IL PROCESSO ROMANO
La sentenza di condanna, per essere eseguita, doveva essere sottoposta al governatore romano; davanti a lui Gesù fu condotto il mattino del venerdì. Pilato interroga l’accusato. Colui che si definiva Messia era un pretendente al titolo di re poiché, come discendente di Davide, avrebbe restaurato il regno davidico. Dunque si tratta di un uomo politicamente pericoloso e di un sobillatore: l’accusa non è più religiosa, ma politica. Il giudice romano sembra essere più distaccato delle Sinedrio. Egli è meravigliato del silenzio di Gesù. Pilato è quasi convinto della sua innocenza, cerca una scappatoia. Liberare il prigioniero in occasione della Pasqua.

LA CROCE
Ogni condanna a morte doveva essere eseguita, secondo la consuetudine, fuori del luogo abitato. Perciò Gesù è costretto a portare il braccio traversale della croce fino al luogo dell’esecuzione. La sofferenza doveva essere stata grande e, per alleviare i dolori, gli viene offerta una bevanda acidula a scopo analgesico, per procurare una sensazione di stordimento e di torpore fino alla morte. Ma Gesù la rifiuta, dimostrando così di voler vivere la sua sofferenza fino in fondo.
Il simbolo del cristianesimo è la croce perché Gesù, accettando di morire su di essa, ha offerto se stesso in sacrificio a Dio Padre per amore dell’uomo. Il “ segno della croce” è diventato gesto che esprime l’appartenenza a Cristo, accompagnato dall’enunciazione dei nomi delle tre Persone divine: Padre, Figlio e Spirito Santo.

LA RISURREZIONE
La morte e la successiva sepoltura sembrano concludere la storia di Gesù di Nazareth. La sua opera sembra essere fallita. L’evangelista delinea il primo indizio di un avvenimento che è il segno di una nuova storia che sta per cominciare: la tomba vuota. L’incomprensione sembra essere la nota dominante di tutta la narrazione che conclude il Vangelo. La risurrezione è opera di Dio, è una sua azione. Gesù si è fatto vedere, il Risorto ha scelto farsi vedere. Le apparizioni sono il punto di partenza della missione evangelica, continua l’opera del Risorto significa annunciare la buona Novella.
 

L’accoglienza riservata a Gesù di Nazaret al suo ingresso a Gerusalemme fu certamente controversa. Gesù fu condannato per le manovre politiche di chi al tempo deteneva il potere: i capi ebraici riuniti nel Sinedrio lo accusarono di essere un bestemmiatore, poiché affermava di essere il Figlio di Dio, annullando così l’autorità che essi detenevano; i capi romani, avendo paura di sommosse, volendo conservare l’ordine pubblico e scoraggiare chiunque intendesse attentare alla loro egemonia di Augusto, così catturarono Gesù, per il tradimento di Giuda, uno dei suoi discepoli, e gli riservarono la condanna più infamante, quella prevista per i sovversivi, la pena della morte di croce, anche se Pilato, personalmente non riconosceva in lui alcun reato effettivo per la legge romana. Circa alle tre di quel giorno, che alcuni studiosi fanno coincidere con il venerdì 7 aprile dell’anno 30, Gesù moriva sulla croce. Secondo le testimonianze egli fu sepolto prima del calar della sera, poiché per la Legge ebraica non era consentito lasciare esposto un morto oltre l’ora del tramonto. Il cadavere venne deposto in una tomba privata, contrariamente all’usanza di seppellire i crocefissi in una fossa comune: ciò era consentito dalla giurisdizione romana su richiesta dei parenti, una volta accertata la morte del condannato. Il racconto dei testimoni però non si chiude con la grande pietra che sigillò la tomba. La mattina dopo il sabato, alcune donne che si erano recate al sepolcro, riferirono ai discepoli di aver visto la tomba vuota e due giovani vestiti di bianco che annunciavano la risurrezione di Gesù. È anche un fatto che quell’avvenimento misterioso, testimoniato in seguito anche da altri cui Gesù “ si fece vedere”, è divenuto fondamento della Chiesa e del contenuto fondamentale dell’ annuncio cristiano. Chi affermava di averlo visto risorto fu pronto a testimoniarlo davanti a chiunque, anche a costo di pagare con la vita.
Precisato che la semplice ricostruzione dei “ fatti” dimostra ancora poco circa la “verità” della risurrezione di Gesù, nella storia ci si è collocati di fronte a quanto detto dai discepoli in maniera spesso critica:
 
Le ipotesi di PERPLESSITA' più rivelanti sono state le seguenti:
               a)      FRODE: i discepoli rubano il corpo, in malafede, per proclamare una falsa risurrezione;
b)      SOTTRAZIONE: qualcuno ha rubato il corpo e i discepoli credono in buona fede alla risurrezione;
c)      ILLUSIONE: buona fede e la sincerità dei testimoni, fedeli ma “allucinati”;
d)      MORTE APPARENTE: convinzione che Gesù non fosse mai morto, ma si fosse rianimato dopo il lungo periodo di coma;
e)      MITO: l’uomo per non morire ha inventato il "mito" della risurrezione.
 
I motivi di CREDIBILITÁ che altri sostengono, al contrario, si basano su tale ragionamenti:
              a) Quando tale annuncio fu per la prima volta messo per iscritto, moltissimi testimoni vissuti all’epoca degli avvenimenti  erano  ancora in vita: nessuno ha mai smentito il fatto del sepolcro ritrovato vuoto e il fatto che il cadavere non sia mai stato ritrovato.
              b) L'aumento del numero dei discepoli dopo l'annuncio della resurrezione da' credibilitàlloa stessa resurrezione.
              c) La visita delle donne al sepolcro non può essere stata inventata perché corrisponde a un’usanza del tempo; inoltre, il racconto della loro testimonianza, non potendo esse essere considerate testimoni attendibili, secondo la mentalità maschilista del tempo, ha i caratteri dell'autenticità assoluta.
              d) Cade, inoltre, l’ipotesi dell’illusione se si considera che sono gli stessi evangelisti a presentarci in modo chiaro i discepoli  increduli di fronte all’avvenimento: nessuno stava aspettando la risurrezione.
              e) Infine, si può affermare che lo stesso ambiente culturale e religioso giudaico difficilmente avrebbe potuto partorire l’invenzione di una risurrezione corporea e poi proporla al mondo pagano quando la visione dell’uomo, diffusa nell’ambiente ebraico, a fatica accettava l’idea di una risurrezione spirituale ed era lontanissima dall’ipotizzare che la risurrezione potesse essere anche corporale: Gesù risorto invece, secondo le testimonianze dei Vangeli, si mostra come un fantasma o come un puor spirito, ma come un uomo che può essere toccato e può mangiare e bere come gli altri.
 
 
Nella Resurrezione si fondono Storia verificabile e Mistero insondabile
(contro ogni legge della natura)

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