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I titoli di Gesù

Page history last edited by PBworks 16 years ago

 

GESÙ SI RIVELA
Di fronte alla figura di Gesù sono possibili varie risposte. È possibile ammettere che si tratti di un uomo straordinario o di un inviato di Dio. Solo un discepolo riconobbe che Gesù era il Messia.
Nel cammino verso Gerusalemme Gesù porta a conoscenza dei discepoli, poco per volta, ciò che lo attende. Il primo annuncio segue immediatamente la proclamazione di Pietro: accettare Gesù come Messia significa accettare la croce.
 
GESÚ FIGLIO DI DIO: L’INCARNAZIONE
Le azioni e le parole di Gesù segnarono il corso di una nuova storia. Gesù si poneva con continuità con quanto era già stato annunciato nell’Antico Testamento, ma in lui si realizzava l’Alleanza nuova, quella definitiva, annunciata dai profeti. Egli dichiarava apertamente di essere il Messia, colui che realizza le promesse dell’Antico Testamento e che mostra agli uomini il volto di Dio. La presentazione di Gesù nella storia viene chiamata “Incarnazione”. Il nascere di Gesù dalla vergine Maria, il suo divenire uomo, manifesta l’amore di Dio che salva. Gesù non è diventato Dio durante la sua vita o nel momento della sua risurrezione; egli era già Dio prima di essere concepito. Prima della sua incarnazione, potremmo dire che non si chiamava Gesù. Con il nome Gesù figlio di Dio entra nella storia. Gesù di Nazareth, nella sua vita terrena, ha mostrato di essere il figlio di Dio.

 

GESÚ PROFETA: IL RIFIUTO DEI CONCITTADINI
L’ insegnamento e le azioni di Gesù suscitano meraviglia, ma anche molti interrogativi misti a incredulità. Ai suoi cittadini Gesù non dava segni: i miracoli non possono accadere se non vi è la disponibilità ad aprirsi a Dio.
 
GESÚ FIGLIO DELL’UOMO: LA MISSIONE
Gesù s i definisce “ Figlio dell’uomo” l’espressione è utilizzata nel libro di Daniele per suscitare la speranza che Dio avrebbe salvato il suo popolo. Nel periodo in cui Daniele scriveva, molte erano le persecuzioni e perciò egli annunciava “ il Figlio dell’uomo” verrà “ alla fine dei tempi” come giudice per riscattare e liberare il popolo. Essere giudice significa avere potere, e Gesù lo manifesta con le sue azioni: compie i miracoli e perdona i peccati. Gesù parla di sé come Figlio dell’uomo perché con tale espressione evita che la sua missione sia confusa con quella di un liberatore politico
 
GESÙ MAESTRO: LE PARABOLE DEL REGNO DI DIO
Attraverso le similitudini Gesù ha cercato di spiegare la realtà del Regno di Dio. Esso non è una forma politica di governo né tanto meno un territorio dove il re può esercitare il potere.
 
GESÙ TAUMATURGO: I RACCONTI DEI MIRACOLI
Nei Vangeli i miracoli accompagnano la predicazione di Gesù. Essi sono i segni che manifestano la sua identità e rilevano che Dio vuole salvare l’uomo. Il miracolo non è un’ azione strabiliante per ottenere successo per convincere a credere, per forzare la fede dell’uomo. Esso è un invito affinché l’uomo si interroghi sul mistero che ha di fronte a sé: Gesù di Nazareth, Figlio di Dio. I racconti dei miracoli, in Marco sono molti sobri.
 
GESÚ CRISTO/MESSIA: L'UNZIONE
Il termine “ messia” proviene dell’ebraico mashiah e significa “unto”. Nella lingua greca si traduce con Christòs, da cui proviene la parola Cristo. Colui che è unto ha un particolare compito da svolgere. Davide era un messia, cioè un unto, il quale doveva mantenere l’unità del popolo e guidarlo verso Dio, con la caduta del regno, e tutte le vicende politiche già espresse, il termine designò la speranza di un liberatore, di un discendente di Davide che potesse ridare al popolo una nuova era. Quando comparve sulla scena Gesù di Nazareth,, alla figura del Messia era attribuito sia un significato politico sia una spirituale, volto più a vedere un capo politico che religioso. Il Nuovo Testamento sottolineerà il significato esclusivamente religioso quando attribuirà tale titolo a Gesù.
 
 
GESÚ RISORTO: LA VITTORIA SULLA MORTE

Gesù è morto ed è stato sepolto nella tomba di un ricco. La sua vicenda, però, va oltre quella tomba e i pittori lo rappresentano mentre esce glorioso dal sepolcro: a Pasqua i Cristiani ricordano la vittoria di Gesù sulla morte, proponendo sulle strade delle città la sacra rappresentazione della Via Crucis che, un tempo, si concludeva con la morte e con la deposizione nel sepolcro, ma, oggi, nelle chiese, ha preso piede la consuetudine di finire diversamente, aggiungendo il ricordo della Risurrezione. Dopo aver impiantato croci dappertutto, i Cristiani riscoprono che il centro della loro fede non è la morte di Cristo, ma la morte seguita dalla Risurrezione. Quello che i teologi chiamano "Mistero Pasquale" o anche "Kerigma", nonostante la scienza affermi che i morti non risorgono. 

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